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Le riflessioni
di Leonardo sulla prospettiva rappresentano uno dei momenti più
affascinanti della storia della rappresentazione. Quasi ogni aspetto
del complesso mondo della visione è indagato dall'artista,
sia sotto il profilo estetico sia sotto quello scientifico. Come Piero,
Leonardo studia i problemi delle proporzioni in prospettiva e delle
aberrazioni marginali, ma poi si spinge ad analizzare l'anatomia dell'occhio,
paragonando il fenomeno della visione a quello della camera oscura;
considera gli effetti della prospettiva curvilinea, tentando di conciliare
l'artificiosa intersezione piana del cono ottico con la sfericità
dell'occhio e del campo visivo. Si addentra nelle questioni strettamente
geometriche, come le sezioni coniche e i rapporti tra pesi e misure,
e in quelle specificamente pittoriche, come la prospettiva aerea,
dove la diminuzione delle linee lascia il posto a quella non geometrica
del colore e delle sfumature. Offre importanti anticipazioni sulla
prospettiva scenica e sull'anamorfosi, tecniche destinate ad avere
uno straordinario sviluppo nel corso dei due secoli successivi. Infine,
studia tutta una serie di strumenti per il disegno geometrico e la
rappresentazione meccanica della natura, un tema che diventerà
centrale nella pratica artistica e cartografica del Cinquecento, favorendo
lo sviluppo delle tecniche topografiche e più in generale dei
metodi di rappresentazione del cielo e della Terra.
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