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La codificazione
prospettica del Rinascimento si consolida intorno a due regole fondamentali:
la cosiddetta "costruzione legittima" brunelleschiana basata
sull'intersezione della piramide visiva in pianta e alzato, e quella
che Albrecht Dürer chiamava "la via più breve",
ossia la costruzione con punto di distanza. Queste regole consentivano
di disegnare solo gli oggetti vicini e geometricamente definiti. Tutto
il resto, dalla figura umana al paesaggio, sfuggiva a qualsiasi controllo
geometrico e dipendeva totalmente dall'abilità del pittore.
La necessità di far fronte a quella che evidentemente appariva
come una macroscopica incongruenza operativa, porta gradualmente alla
definizione di una "terza regola", come la definisce Ludovico
Cigoli, che contemplava l'uso metodico e consapevole degli strumenti.
Dopo il fondamentale contributo di Dürer, autore del più
famoso prospettografo del Rinascimento, il cosiddetto "sportello",
l'invenzione degli strumenti costituirà uno dei temi centrali
della ricerca sulla rappresentazione dello spazio.
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La
necessità di rappresentare lo spazio misurandone le dimensioni
è un problema che nel Rinascimento si pone sia sul piano pittorico,
con l'invenzione della prospettiva lineare, sia sul piano matematico,
con gli sviluppi dei metodi cartografici. Se questa necessità
ha un valore puramente intellettuale negli ambienti artistici, essa
è dettata da impellenti ragioni pratiche negli ambienti militari,
dove proprio la prospettiva dei pittori si rivela come uno dei più
straordinari metodi di misurazione. Nella visione matematica degli ingegneri
militari, dominata dalle micidiali geometrie della nuova scienza balistica,
il quadro del pittore si configura come il luogo delle misure di oggetti
inaccessibili dal quale poter risalire al disegno della vera forma planimetrica
di fortezze e territori. Questa dimensione pratica della prospettiva
si coglie essenzialmente attraverso l'invenzione degli strumenti, che
nel corso del Cinquecento tendono sempre più a integrare la funzione
topografica con quella prospettica. |
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Una "nuova maniera di levar piante" |
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L'importanza della
prospettiva per l'arte militare è espressa esemplarmente da
Egnazio Danti, il cosmografo di Cosimo I cui dobbiamo l'importante
commento a Le due regole della prospettiva pratica di Giacomo
Barozzi da Vignola (1583). Nella dedicatoria al comandante delle truppe
pontificie, Giacomo Boncompagni, Danti segnala come "oltre a
tanti comodi, che [la prospettiva] apporta all'arte Militare, reca
ancora giovamento notabile all'espugnatione, et difesa delle fortezze,
potendosi con gli strumenti di quest'Arte levare in disegno qual si
voglia sito senza accostarvisi, et haverne non solamente la pianta,
ma l'alzato con ogni sua particolarità; et le misure delle
sue parti proportionate alla distanza, che è tra l'occhio nostro,
e la cosa che habbiamo messa in disegno". Rispetto al metodo
topografico già descritto da Leon Battista Alberti e codificato
da Gemma Frisius, che prevedeva una serie di triangolazioni effettuate
da almeno due stazioni di rilevamento, la prospettiva forniva gli
strumenti concettuali e pratici per eseguire speditamente corrette
mappe topografiche da una sola stazione.
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I concetti di
misura e rappresentazione che contraddistinguono la ricerca
prospettica rinascimentale trovano un importante sviluppo con la diffusione
del cannocchiale galileiano. Galileo presenta lo strumento come un'invenzione
basata sulle "più recondite speculazioni di prospettiva",
intendendo certamente riferirsi alla parte allora meno conosciuta
dell'ottica geometrica, ossia la diottrica. Negli scritti dello scienziato,
tuttavia, il termine "prospettiva" è liberamente
usato per indicare sia la teoria della visione, sia la scienza della
rappresentazione, e il cannocchiale ci è presentato ora come
uno strumento ottico per lo studio delle lenti, ora come uno strumento
militare per osservare le navi nemiche e rilevare i campi di battaglia,
e ora come uno strumento prospettico per "disegnare le facce
della luna
et imitarle a capello". I ritratti della Luna
affascineranno anche gli ambienti cortigiani, e il disegno delle macchie
solari, dei satelliti di Giove e degli anelli di Saturno, diverrà
uno strumento indispensabile della nuova astronomia telescopica.
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