L'Istituto e Museo di Storia della Scienza è l'erede di una prestigiosa tradizione di collezionismo scientifico che vanta quasi cinque secoli di storia e che si sviluppa intorno alla centrale importanza conferita dai Medici e dai Lorena ai protagonisti e agli strumenti della scienza.
1775 -
Il Museo di Fisica
Nel 1775 gli strumenti raccolti a Palazzo Pitti furono trasferiti nel Regio Museo di Fisica e Storia Naturale nel Palazzo Torrigiani di via Romana (attuale Museo della Specola). Il Granduca Pietro Leopoldo d'Asburgo Lorena (1747-1792) ne affidò la direzione all'abate Felice Fontana che provvide a far edificare un osservatorio e a dotare la collezione di nuovi strumenti di matematica, fisica, meteorologia ed elettricità, molti dei quali appositamente costruiti nelle officine del Museo.
1829 - Le Officine del Museo
Dopo un periodo di relativo abbandono durante gli anni dell'occupazione francese (1799-1814), la restaurazione lorenese favorì la riorganizzazione del museo e delle officine. Sotto la direzione di Vincenzo Antinori parteciparono alle attività delle officine astronomi e fisici di grande levatura, come Giovanni Battista Amici, costruttore di microscopi, telescopi, micrometri e spettroscopi, e Leopoldo Nobili, inventore di strumenti elettromagnetici, galvanometri e pile termoelettriche.
1841 - La Tribuna di Galileo
La Tribuna fu costruita nel 1841 all'interno del Museo di Fisica, per volere di Leopoldo II (1797-1870). L'architetto Giuseppe Martelli ne articolò gli spazi in modo da ospitarvi la statua di Galileo, affreschi e bassorilievi raffiguranti le scoperte galileiane e, soprattutto, i celebri strumenti del grande scienziato: il compasso geometrico e militare, una calamita armata, due cannocchiali, e la lente obiettiva del cannocchiale con il quale Galileo scoprì i satelliti di Giove. In apposite vetrine furono sistemati gli strumenti rinascimentali e quelli dell'Accademia del Cimento.
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