(appuntamenti alle ore 10.00 e 11.30)
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10 ottobre 2004: Galileo e la caduta dei gravi
L'influenza della filosofia aristotelica è stata enorme e ha perfino contribuito a forgiare il linguaggio e il senso comune della modernità. Ai tempi di Galileo tutta la scienza era dominata dalla dottrina aristotelica; Galileo stesso aveva studiato sui testi del filosofo greco nelle traduzioni medievali e a Padova insegnava le teorie aristoteliche. L’apporto di Galilei alla nascita della moderna scienza è evidente se si parte dalla dottrina del filosofo greco, di cui la scienza galileiana rappresenterà in molti punti il superamento. È quanto succede nel laboratorio condotto da un animatore che veste i panni dello scienziato pisano. È lo stesso Galileo che, per stimolare i ragazzi a riflettere sui preconcetti che molti di noi hanno sui principali fenomeni fisici, finge di sposare le tesi aristoteliche. I principi fondamentali della fisica galileiana saranno così riscoperti dagli stessi partecipanti assieme all’animatore.
14 novembre 2004: Il messaggero delle stelle: Galileo e il cannocchiale
A Galileo Galilei è dedicato anche questo appuntamento: a lui si fa risalire la nascita del pensiero scientifico moderno; forse è stato uno dei primi scienziati – che all’epoca si definivano filosofi della natura – ad aver inteso veramente la scienza non più in termini qualitativi, ma in una visione quantitativa dalla quale la matematica non poteva essere esclusa. Nel corso dell’incontro si avrà modo di conoscere aspetti noti e meno noti dei suoi studi di astronomia, partendo dalle osservazioni della Luna, dalla scoperta delle macchie solari, dei satelliti di Giove e delle fasi di Venere, prima conferma sperimentale delle teorie copernicane.
12 dicembre 2004: Galileo, Tolomeo e Copernico
Gli storici hanno a lungo dibattuto su quando Galileo Galilei abbia sposato la tesi copernicana del Sole al centro dell’Universo. È noto che, durante tutta la sua permanenza allo Studio di Padova, le sue lezioni agli allievi erano basate sulla teoria geocentrica propugnata da Aristotele e Tolomeo; eppure in privato e in alcune lettere a colleghi e amici confessava già allora di essere copernicano. È lo stesso scienziato a spiegare al pubblico questa incoerenza fra il Galileo pubblico e il privato, confrontando le due teorie e ricordando come le sue osservazioni della fasi di Venere poterono confermare sperimentalmente e per la prima volta la giustezza del sistema eliocentrico.
9 gennaio 2004: Galileo e la geometria dei cieli
Galileo, come tutti gli astronomi del suo tempo, usava strumenti come l’astrolabio o il quadrante per calcolare la distanza angolare fra le stelle e quindi la loro posizione nella mappa celeste. Attraverso complessi calcoli matematici, conoscendo le coordinate di un corpo celeste se ne potevano prevedere gli spostamenti, le congiunzioni e le opposizioni con un altro pianeta. Ma l’astrolabio non serviva solo a calcolare le orbite dei corpi celesti, ma anche a ricavare gli oroscopi. Allora non vi era differenza fra astronomia e astrologia: tutti gli astronomi, compreso Galileo, calcolavano quali stelle emergessero sull'orizzonte al momento di una nascita e ne ricavavano l’influenza astrale sul neonato. Agli strumenti di misura celeste già noti Galileo ne aggiunge due: il micrometro, che associato al cannocchiale, consentiva di misurare con precisione distanze lineari di minima entità e il giovilabio, strumento basato sulle posizioni dei satelliti di Giove che poteva essere impiegato come orologio siderale.
13 febbraio 2004: Galileo e la caduta dei gravi
L'influenza della filosofia aristotelica è stata enorme e ha perfino contribuito a forgiare il linguaggio e il senso comune della modernità. Ai tempi di Galileo tutta la scienza era dominata dalla dottrina aristotelica; Galileo stesso aveva studiato sui testi del filosofo greco nelle traduzioni medievali e a Padova insegnava le teorie aristoteliche. L’apporto di Galilei alla nascita della moderna scienza è evidente se si parte dalla dottrina del filosofo greco, di cui la scienza galileiana rappresenterà in molti punti il superamento. È quanto succede nel laboratorio condotto da un animatore che veste i panni dello scienziato pisano. È lo stesso Galileo che, per stimolare i ragazzi a riflettere sui preconcetti che molti di noi hanno sui principali fenomeni fisici, finge di sposare le tesi aristoteliche. I principi fondamentali della fisica galileiana saranno così riscoperti dagli stessi partecipanti assieme all’animatore.
13 marzo 2004: Il messaggero delle stelle: Galileo e il cannocchiale
A Galileo Galilei è dedicato anche questo appuntamento: a lui si fa risalire la nascita del pensiero scientifico moderno; forse è stato uno dei primi scienziati – che all’epoca si definivano filosofi della natura – ad aver inteso veramente la scienza non più in termini qualitativi, ma in una visione quantitativa dalla quale la matematica non poteva essere esclusa. Nel corso dell’incontro si avrà modo di conoscere aspetti noti e meno noti dei suoi studi di astronomia, partendo dalle osservazioni della Luna, dalla scoperta delle macchie solari, dei satelliti di Giove e delle fasi di Venere, prima conferma sperimentale delle teorie copernicane.
10 aprile 2004: Galileo, Tolomeo e Copernico (la sfera armillare e la sala dei globi)
Gli storici hanno a lungo dibattuto su quando Galileo Galilei abbia sposato la tesi copernicana del Sole al centro dell’Universo. È noto che, durante tutta la sua permanenza allo Studio di Padova, le sue lezioni agli allievi erano basate sulla teoria geocentrica propugnata da Aristotele e Tolomeo; eppure in privato e in alcune lettere a colleghi e amici confessava già allora di essere copernicano. È lo stesso scienziato a spiegare al pubblico questa incoerenza fra il Galileo pubblico e il privato, confrontando le due teorie e ricordando come le sue osservazioni della fasi di Venere poterono confermare sperimentalmente e per la prima volta la giustezza del sistema eliocentrico.
8 maggio 2004: Galileo e la geometria dei cieli
Galileo, come tutti gli astronomi del suo tempo, usava strumenti come l’astrolabio o il quadrante per calcolare la distanza angolare fra le stelle e quindi la loro posizione nella mappa celeste. Attraverso complessi calcoli matematici, conoscendo le coordinate di un corpo celeste se ne potevano prevedere gli spostamenti, le congiunzioni e le opposizioni con un altro pianeta. Ma l’astrolabio non serviva solo a calcolare le orbite dei corpi celesti, ma anche a ricavare gli oroscopi. Allora non vi era differenza fra astronomia e astrologia: tutti gli astronomi, compreso Galileo, calcolavano quali stelle emergessero sull'orizzonte al momento di una nascita e ne ricavavano l’influenza astrale sul neonato. Agli strumenti di misura celeste già noti Galileo ne aggiunge due: il micrometro, che associato al cannocchiale, consentiva di misurare con precisione distanze lineari di minima entità e il giovilabio, strumento basato sulle posizioni dei satelliti di Giove che poteva essere impiegato come orologio siderale.
Tutti gli incontri si svolgono nell’area espositiva al primo piano
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