L’Istituto e Museo di Storia della Scienza, in collaborazione con la Direzione Scolastica della Toscana e nell’ambito del progetto nazionale La primavera della scienza, promuove un breve ciclo di incontri dedicato ad alcuni fra gli strumenti scientifici delle collezioni medicee conservate nel Museo. Ogni lezione sarà dedicata a uno strumento scientifico: il compasso geometrico e militare, l’astrolabio, il cannocchiale... Con l’ausilio di supporti multimediali, verrà illustrata la storia dello strumento, il contesto in cui si arrivò alla sua realizzazione, i rimandi ad altri dispositivi scientifici, il suo funzionamento e le sue applicazioni. Gli appuntamenti sono aperti al pubblico, ma si rivolgono particolarmente agli insegnanti della scuola secondaria di primo e secondo grado che intendano approfondire le proprie conoscenze sulla strumentaria del XVII secolo.
Le lezioni si svolgeranno nella sede del Museo, in Piazza dei Giudici 1, nella sala didattica Corsini; la partecipazione è limitata a venticinque persone per ogni appuntamento ed è quindi necessaria la prenotazione. Per informazioni e prenotazioni, contattare il call centre allo 055.2768224 oppure 055.2768558 tutti i giorni, festivi compresi, dalle 9.00 alle 18.00.
Il cannocchiale di Galileo
Istituto e Museo di Storia della Scienza, piazza dei Giudici, 1 – 50122 Firenze
Aula Corsini, lunedì 20 giugno 2005, ore 15:30
Incontro con Paolo Del Santo
Nell'autunno del 1608, l'occhialaio olandese Hans Lipperhey costruì il primo rudimentale cannocchiale. L’anno successivo, Galileo ebbe modo di esaminare un esemplare del nuovo strumento che, per la limitatezza dell’ingrandimento e l’infima qualità delle immagini, era ancora poco più di una semplice curiosità in vendita nelle botteghe degli occhialai di Parigi e di Londra. Intuitene le immense potenzialità sia in ambito civile che militare, Galileo ne realizzò alcuni esemplari dalle prestazioni assai superiori, uno dei quali, presentato al governo veneziano nel corso di una celebre dimostrazione dal campanile di San Marco, gli valsero il rinnovo a vita della cattedra di matematica presso l’Università di Padova e uno stipendio di mille fiorini l’anno. Ciò che tuttavia lega indissolubilmente il nome di Galileo al cannocchiale è la serie di straordinarie scoperte astronomiche da lui effettuate per mezzo del nuovo strumento: la natura terrestre della superficie lunare, le fasi di Venere e la scoperta di quattro satelliti attorno a Giove. E ancora, le macchie solari, l’aspetto “tricorporeo” di Saturno, la vera natura della Via Lattea, demolendo, ad ogni nuova scoperta, l’edificio ormai pericolante della tradizionale visione del Cosmo.
Il compasso geometrico e militare di Galileo
Istituto e Museo di Storia della Scienza, piazza dei Giudici, 1 – 50122 Firenze
Aula Corsini, lunedì 27 giugno 2005, ore 15:30
Incontro con Filippo Camerota
Lo strumento rappresenta una perfetta sintesi della cultura matematica del Rinascimento. Le sue operazioni consentono di risolvere tutti i problemi aritmetici e geometrici della tradizione abachistica: la regola del tre, il cambio delle monete, il calcolo degli interessi, l'estrazione delle radici quadrate e cubiche, la divisione proporzionale delle linee, la costruzione dei poligoni, la quadratura del cerchio, le medie proporzionali, la duplicazione di aree e volumi, i rapporti di peso e volume tra varie materie, la misura dei calibri, l'assetto dei cannoni, la misura delle pendenze, delle altezze, delle distanze e delle profondità. Tutto questo senza eseguire complicate operazioni di calcolo, grazie alle varie scale proporzionali tracciate sulle due facce del compasso. Nella faccia anteriore si trovano le scale aritmetiche, geometriche,stereometriche e quella dei metalli; in quella posteriore vi sono le scale poligrafiche,tetragoniche, e quelle cosiddette aggiunte per la quadratura di settori di cerchio. Altre scale si trovano sul quadrante smontabile che trasforma il compasso in squadra dei bombardieri, in quadrante astronomico, in quadrante delle pendenze, e in quadrante per le misurazioni con la vista.
L’astrolabio detto “di Galileo”
Istituto e Museo di Storia della Scienza, piazza dei Giudici, 1 – 50122 Firenze
Aula Corsini, lunedì 4 luglio 2005, ore 15:30
Incontro con Giorgio Strano
Conosciuto almeno dal IV secolo, l’astrolabio piano ha costituito per secoli lo strumento di calcolo astronomico più diffuso e utilizzato. Dall’area alessandrina si diffuse nel mondo islamico e, a partire dal XII secolo, in tutta l’Europa. Testimone di questa ininterrotta tradizione, Egnazio Danti, cosmografo del granduca di Toscana Cosimo I de’ Medici, dedicò allo strumento un “Trattato dell’uso et della fabbrica” (1569, in parte ristampato nel 1578), dove, oltre alla maniera di costruirlo, descrisse le molteplici funzioni dello strumento: calcolare l’ora del giorno o della notte dall’altezza del Sole o di una stella, calcolare l’ora in cui un astro sorge, culmina o tramonta, calcolare le ore uguali e ineguali, calcolare l’ascendente astrologico, ecc. Oltre al trattato, Danti realizzò due degli astrolabi conservati presso il Museo. Il più grande di essi fu chiesto in prestito da Galileo al granduca Cosimo II, allo scopo di utilizzarlo per i propri calcoli astronomici.