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"Nuncius" Annali di Storia Della Scienza
1998/2 - 1998/1 |
1998/2
Anno XIII, 1998, fasc. 2 |
P. ROSSI, I punti di Zenone: una preistoria vichiana
Si considerano le ragioni di radicale incompatibilità fra le tesi atomistiche e le conclusioni, raggiunte dal Concilio di Trento, sul sacramento dell'Eucarestia. Vengono esaminati i testi di alcuni fra i Gesuiti del Seicento: Suarez, Pereira, Arriaga, Oviedo. In quei testi è presente il tentativo di elaborare una filosofia naturale alternativa alla concezione aristotelica, che fosse in grado di mantenere le distanze dell'empio atomismo e di far tuttavia propri alcuni aspetti centrali del discontinuismo e dell'indivisibilismo. Una linea di demarcazione forte fra aristotelici e antiaristotelici passa attraverso differenti concezioni del continuo. Lo Zenonismo (che pensa il continuo come composto di punti) venne variamente difeso in ambiento gesuitici e più volte represso e condannato. Sullo sfondo di questi problemi, si riesamina la posizione di Galilei e si espone brevemente l'«atomismo di punti» teorizzato da Boscovich. Ma già nel corso del Seicento si parla più volte di un particolare tipo di atomisti, che pensano agli atomi come privi di estensione. Molti studiosi di Vico hanno visto nella sua professione di Zenonismo (che è al centro del De antiquissima del 1710) una «invenzione filosofica di Vico»: in realtà Vico ebbe come maestro un gesuita zenonista e tutta la sua discussione sui «punti metafisici» è collegata ad una precisa, e pochissimo nota, tradizione filosofica. Fra la metà del Seicento e i primi decenni del Settecento, in tutta Europa, Zenonista era un termine di uso comune, immediatamente comprensibile, come Scotista o, come oggi Popperiano. |
pag.377 |
E. GIUSTI, Elements for the relative chronology of Galilei's De motu antiquiora
L'ordine di composizione dei quattro testi raccolti sotto il nome collettivo di De motu antiquiora è stato oggetto di discussione tra gli studiosi galileiani, che hanno proposto differenti soluziooni. Sulla base di un confronto dettagliato dei passi comuni a due o più degli scritti in questione, si portano dei nuovi argomenti a sostegno della successione Dialogo, Trattato in 23 capitoli, Trattato in 2 capitoli, Trattato in 10 capitoli. |
pag.427 |
A. G. CAVAGNA, Opere e libri di un astronomo cartografo del XVIII secolo: tra erudizione e stato.
Giovanni Giacomo Marinoni (Udine 1676-Vienna 1755), di modeste origini, spese la propria vita tra Italia e Austria al servizio di casa d'Austria. All'inizio del Settecento intraprese una carriera, che fu brillante e diversificata, come matematico imperiale, cartografo, topografo, fondando a Vienna una scuola militare caratterizzata dall'avere un curriculum improntato a studi pratici di topografia. La scuola, di cui divenne direttore, venne finanziata irregolarmente dalla corona. Contemporaneamente alla supervisione delle operazioni catastali nella Lombardia austriaca, per le quali addestrò personale, intraprese proficui legami con la nobiltà viennese e i circoli intellettuali di rilievo europeo. Fondò il primo osservatorio astronomico di Vienna, dove svolse attività d'osservazione e ricerca. Venne nobilitato negli anni trenta e fu nominato consigliere imperiale. Svolse attività di autoedizione; allestì una ricca biblioteca privata e fu ammesso alle accademie di Londra, Berlino, San Pietroburgo. |
pag.461 |
S. CASATI, Storie di folgori: il dibattito italiano sui conduttori elettrici nel Settecento.
Durante la seconda metà del Settecento si svolse in Europa un acceso dibattito sull'utilizzazione dei parafulmini. L'ingegnosa invenzione di Franklin non fu accolta in maniera unanime dai filosofi naturali del vecchio continente e sollevò timori e dubbi che coinvolsero ampi settori dell'opinione pubblica. In Italia ottenne numerosi consensi, anche se non mancarono critiche e polemiche che richiesero l'intervento di noti scienziati, come G. Toaldo, M. Landriani, F. Fontana. Grazie al loro impegno l'idea che la scienza potesse dominare un fenomeno naturale potente e distruttivo come il fulmine fu accettata. La battaglia culturale a favore dell'uso delle 'spranghe elettriche' non determinò soltanto l'affermazione di un'innovazione tecnico-scientifica, ma anche un mutamento di mentalità. |
pag.493 |
G. N. VLAHKIS, The reception of electric theories during the dawn of Neohellenic scientific thought.
Questo lavoro analizza il graduale sviluppo degli studi elettrologici in Grecia durante il XVIII secolo. Benché le ricerche sui fenomeni elettrici non avessero lo stesso grado di dignità di quelle sulla meccanica, è documentabile come nei loro confronti ci sia stato un crescente interesse in ambito scientifico. L'articolo espone le diverse interpretazioni sulla natura dell'elettricità proposte dagli studiosi greci, cercando di metterne in evidenza il carattere marcatamente sperimentale, carattere ben riscontrabile anche nei testi del primo periodo del Rinascimento neoellenico (ovvero fino al 1800). Diversamente in altri ambiti di ricerca, come la meccanica, l'ottica e lo studio dei fenomeni termici, furono sviluppate trattazioni sia teoriche che sperimentali. |
pag.513 |
Strumentaria |
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G. MONACO, Alcune considerazioni sul «Maximus tubus» di Hevelius.
Il maggiore telescopio di Hevelius -da lui denominato «Maximus tubus»- viene spesso menzionato come «telescopio aereo» o «telescopio senza tubo». Lo stesso nome che Hevelius diede allo strumento indica che questo fosse provvisto di tubo. Infatti venne costruito da Tito Livio Burattini, uno studioso italiano stabilitosi in Polonia, sulla base di un progetto di Candido Del Buono.
Il telescopio, al posto del grande tubo di legno, consisteva in un asse di legno sul quale erano montate varie sezioni tubolari di carta o di stoffa. |
pag.533 |
M. MISITI, Macchine per studiare. I modelli agrari della fabbrica di arnesi rurali di Meleto nell'Istituto tecnico toscano.
Nell'articolo sono descritti alcuni modellini in scala realizzati nella fabbrica di Meleto di Cosimo Ridolfi e attualmente conservati presso l'Istituto tecnico G. Salvemini di Firenze. |
pag.551 |
Per un archivio della corrispondenza degli scienziati italiani: |
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S. CICENIA, Le lettere di E. Beltrami ad A. Genocchi sulle geometrie non euclidee.
Nel presente articolo sono esaminate sei lettere di E. Beltrami ad A. Genocchi sulle geometrie non euclidee. |
pag.567 |
Istituzioni e fonti: |
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M. CAMEROTA, Adattar la volgar lingua ai filosofici discorsi. Una inedita orazione di Niccolò Aggiunti contro Aristotele e per l'uso della lingua italiana nelle dissertazioni scientifiche.
Il manoscritto Palatino 1137 della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze contiene un misconosciuto testo di Niccolò Aggiunti, discepolo di Galileo e successore di Castelli alla cattedra di matematica a Pisa. Il documento sviluppa un'aspra critica della incontestata autorità aristotelica in filosofia, e, al tempo stesso, prende posizione in difesa dell'uso del vernacolo nelle dissertazioni scientifiche, sostenendo che la lingua italiana costituisce un mezzo di espressione più diretto e potente che non il latino scolastico. Gli argomenti linguistici di Aggiunti sembrano strettamente legati alle concezione di Sperone Speroni, la cui prospettiva linguistica fu molto influente nell'Italia tardo rinascimentale.
Il presente lavoro offre la trascrizione del testo di Aggiunti, preceduta da una premessa che tenta di ricostruire lo scenario intellettuale in cui il documento fu elaborato. |
pag.595 |
M CIARDI, Theory and Technology: the Avogadro manuscripts at the Turin Academy of Sciences.
Scopo dell'articolo è quello di presentare l'intera collezione dei manoscritti di Avogadro conservati presso l'Accademia delle Scienze di Torino e una nuova immagine di uno scienziato di cui è generalmente nota soltanto l'attività nel settore della teoria fisico-chimica. Avogadro, invece, partecipò direttamente anche allo sviluppo artigianale e tecnologico del Regno di Sardegna attraverso la sua attività di consulente per l'Accademia delle Scienze di Torino. |
pag.625 |
Discussioni critiche: |
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G. DI PASQUALE, La stadera: un problema di filologia, storia ed archeologia. |
pag.657 |
C. VASOLI, Jean Bodin e la scienza del Rinascimento. |
pag.667 |
M. SEGALA, Riflessioni sulla scienza romantica. |
pag.677 |
Recensioni |
pag.693 |
Schede |
pag.757 |
Attività di ricerca |
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P. Damerow - J. Renn, Galileo at Work: His Complete Notes on Motion in an Electronic Representation |
pag.781 |
Indici (Anno XIII, 1998) |
pag.791 |
inizio pagina |
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1998/1
Anno XIII, 1998, fasc. 1 |
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D. LAURENZA, La composizione del corpo. Fisiognomica ed embriologia in Leonardo.
Lo studio della fisiognomica è per Leonardo parte della sua ricerca anatomo-fisiologica. L'embriologia, che pure vi rientra, dà alla fisiognomica una giustificazione scientifica, attraverso la teoria di un'anima generativa (virtus formativa) responsabile delle fattezze somatiche o compositio. Diversamente dal più noto concetto medico di complexio, la nozione di compositio riguarda le parti solide del corpo e configura un paradigma fisiologico e psicologico alternativo o coesistente con quello umorale. Leonardo sembra influenzato da una tradizione biologica scolastica, di forte matrice aristotelica, rappresentata da autori come Alberto Magno o il medico bolognese del XV secolo Hieronymo Manfredi. |
pag.3 |
M.-D. COUZINET, Notes sur les Medicinalia de Tommaso Campanella.
L'inadeguatezza della spiegazione galenica relativa agli effetti dei medicinali spinse Campanella, dopo Fernel, a definire una teoria basata sull'azione «occulta» degli stessi, in grado di curare quelle malattie chiamate da Ippocrate «divine», grazie ad una «scienza metafisica». Nel suo Medicinalia (1609) è la costituzione degli elementi non corporei a determinare le regole per l'applicazione dei vari medicinali alle corrispondenti parti del corpo. Tuttavia l'idea di un'azione occulta rendeva assai ardua l'applicazione pratica della teoria. L'autrice mostra come sia per campanella che per Fernel la soluzione risieda nell'uso del «metodo». |
pag.39 |
A. CLERICUZIO, The Mechanical Philosophy and the Spring of Air. New light on Robert Boyle and Robert Hooke.
Nella Defence of the Doctrine touching the Spring and Weight of the Air… (1662) di Robert Boyle è contenuta una dettagliata spiegazione dell'elasticità dell'aria, basata sulla naturale tendenza al moto dei corpuscoli dell'aria che implica una concezione della materia che Boyle ha in più occasioni criticato. Per Boyle la materia è inerte e il moto è ad essa impresso da Dio. In verità la spiegazione dell'elasticità dell'aria contenuta nella Defence… non fu formulata da Boyle, ma come testimoniato dalla corrispondenza di Huygens, fu sostenuta da Hooke, il cui nome, per un errore del tipografo, non appare nella versione a stampa dell'opera. La riluttanza di Boyle a sostenere un'articolata e definitiva spiegazione dell'elasticità non va quindi attribuita ad una presunta demarcazione tra dati di fatto (tra cui sarebbe inclusa l'elasticità dell'aria) e teorie -come hanno sostenuto Shapin e Schaffer- ma alla consapevolezza che la più plausibile delle spiegazioni dell'elasticità (la teoria di Hooke) era basata sul presupposto, per lui inaccettabile, che il movimento è una proprietà intrinseca alla materia. |
pag.69 |
L. E. FUNARO, «Mezzi, metodi e macchine». Notizie su Giuseppe Morosi.
Il saggio, basato su materiale inedito, è la prima ricostruzione biografica del «meccanico» Giuseppe Morosi (1772-1840). Formatosi a Pisa, al Museo e alla corte fiorentina, esule negli anni 1799-1801, venne a contatto a Parigi con celebri istituzioni e con le innovazioni della meccanica e delle lavorazioni tessili. Dal 1801 ebbe incarichi di rilievo a Milano come funzionario dell'élite dirigente italica, istruttore del personale e imprenditore in proprio. Sensibile ai problemi dell'istruzione tecnico-scientifica, compì diversi viaggi in Francia, Olanda e Svizzera per acquistare macchinari ed osservare nuove tecniche. Dopo il 1814, fu funzionario asburgico alla Zecca e in altri campi di attività. Ugualmente stimato nel Lombardo-Veneto e nella Toscana granducale, vi si ritirò a partire dal 1833, continuando quei contatti col mondo scientifico toscano mai interrotti durante la sua vita. |
pag.77 |
C. BIAGINI, Ospedali vecchi e nuovi: il dibattito tecnico-culturale sul rinnovamento delle strutture ospedaliere nell'Italia post-unitaria. Il caso del Santa Maria Nuova a Firenze.
Verso la metà del XIX secolo, la crisi dei tradizionali modelli di sviluppo della città determina un forte cambiamento anche del rapporto tre domanda ed offerta di Sanità Pubblica. In Italia è ormai pressante nell'opinione pubblica la richiesta di una radicale Riforma Sanitaria che porti ad una generale riorganizzazione dell'assistenza ospedaliera e delle prestazioni sanitarie. In questo periodo l'Igiene si afferma come autonoma disciplina in cui confluiscono con apporti diversi le scienze mediche, statistiche ed applicate. In particolare vengono formulati nuovi criteri di progettazione degli ospedali; questi non riguardano soltanto gli aspetti costruttivi, ma anche quelli amministrativi e gestionali. Tuttavia la presenza di ospedali monumentali in molte città italiane ritarda l'affermarsi dei nuovi modelli tipologici, specialmente per gli elevati costi di costruzione dei nuovi nosocomi. «Ospedali vecchi o nuovi» è il tema di un interessante dibattito, che coinvolge ambienti tecnico-scientifici e pubblica opinione. In questo contesto storico-culturale, l'Ospedale di Santa Maria Nuova a Firenze rappresenta un caso esemplare. |
pag.139 |
Strumentaria |
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N. SCIANNA, Indagine sui grandi globi a stampa di Vincenzo Coronelli. Prima parte: Il globo terrestre.
Vengono esposti i risultati della prima parte, quella sul globo terrestre, di una ricerca sui globi da tre piedi e mezzo di V. Coronelli. Tranne l'esame diretto di 31 esemplari del globo terrestre e l'analisi di 9 risposte ad un questionario appositamente preparato per una indagine mondiale sullo stesso tipo di globi, si giunge alla scoperta di una nuova edizione che porta alla ridefinizione delle quattro edizioni del Coronelli eliminando la cosiddetta «edizione speciale». L'esame strutturale dei globi porta all'individuazione delle tipologie del meridiano e della base, permettendo di scoprire uno scambio avvenuto fra le coppie di globi del Museo di Storia della Scienza di Firenze.
L'articolo è chiuso dall'elenco delle edizioni dei globi considerati nella ricerca. |
pag.151 |
G. FERRARESE - F. PALLADINO, Sulle collezioni di modelli matematici dei dipartimenti di matematica dell'Università e del Politecnico di Torino.
Il Nachlass di modelli matematici oggi esistenti presso i Dipartimenti di Matematica dell'Università e del Politecnico di Torino è tra i più antichi tra quelli che si trovano in Italia: la sua costituzione parte all'incirca dal 1880, in coincidenza con la diffusione in Europa dei modelli matematici tedeschi editi e distribuiti da Ludwig Brill, in Darmstadt, e dal suo successore Martin Schilling, in Halle am Saale e poi in Leipzig. I modelli germanici furono ideati da eminenti matematici, quali Ernst E. Kummer, Alexander Brill, Felix Klein. In questo articolo vengono forniti alcuni dati e spiegazioni, sia storiche che matematiche, intorno al Nachlass dell'Università di Torino. |
pag.169 |
P. BRENNI - A. GIATTI, Lo strereocartografo Santoni modello IV: cronaca di un salvataggio.
La Fondazione Scienza e Tecnica ha recentemente arricchito le sue collezioni scientifiche con l'acquisizione di uno stereocartografo Santoni Modello IV. Questo tipo di strumento utilizzato sino a pochi anni fa per la restituzione fotogrammetrica, fu ideato nel 1943 da Ermenegildo Santoni (1896-1970), prolifico inventore di apparecchi per la cartografia e per la fotogrammetria. Stereocartografi analogici di questo tipo, veri gioielli di meccanica di precisione, sono stati completamente sorpassati da apparecchiature elettroniche quali computer e plotter. |
pag.187 |
Per un archivio della corrispondenza degli scienziati italiani: |
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L. GUERRINI, Due lettere inedite di Tommaso Frosini a Francesco Redi sul De Motu Animalium di Giovanni Alfonso Borelli.
Nell'articolo vengono presentate due lettere di Tommaso Frosini a Francesco Redi del 10 e 21 maggio 1681 dove sono sunteggiate alcune sezioni del De Motu Animalium di Giovanni Alfonso Borelli. Il commento mette in evidenza la penetrazione e le prime letture dell'opera di Borelli in Firenze e il rilievo che essa ebbe per Redi. |
pag.193 |
C. TRIARICO, La corrispondenza di Leonardo Ximenes. Inventario delle filze del carteggio conservate nel fondo nazionale della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze.
L'inventario della corrispondenza di Leonardo Ximenes conservata nei volumi II _ 297-302 del Fondo Nazionale della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze descrive parte di un carteggio di vaste dimensioni il cui studio consente di ricavare inedite informazioni sul dibattito fra gli scienziati europei del secondo Settecento. Le molteplici relazioni intessute da Ximenes, una delle figure di scienziato tra le più rilevanti del periodo, testimoniano e informano dei diversi campi della sua attività. Attraverso la discussione su controverse questioni della fisica newtoniana, su applicazioni ingegneristiche, su ricerche naturalistiche e su speculazioni cosmologiche, l'epistolario copre quarantanni di storia della ricerca scientifica e di interventi sul territorio. |
pag.209 |
Istituzioni e fonti: |
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S. BARCHIELLI, L'Istituto Vaccinogeno all'Ospedale di Santa Maria degli Innocenti di Firenze nel XVIII secolo.
La prima «vaccinazione» antivaiolosa effettuata a Firenze risale al 1756, all'epoca del governo della Reggenza Lorenese; quel primo esperimento fu affidato ai dottori Targioni Tozzetti e Scutellari, i quali inocularono alcune gocce di vaiolo (prelevato dalle pustole di un ragazzino già malato) in sei bambini dell'Ospedale degli Innocenti, antico brefotrofio fiorentino. L'inoculazione più importante, fra le seguenti, è quella operata dal dottor Stefano Baci nel 1777, sotto il governo di Pietro Leopoldo (Gran Duca di Toscana dal 1765 al 1790 e Imperatore d'Austria dal 1790 al 1792): anche in questo caso l'esperimento fu effettuato su alcuni bambini dell'Ospedale degli Innocenti. Oltre ad una necessaria riflessione morale, è interessante notare quanti cambiamenti avvennero nell'ambito della vaccinazione nel corso di una ventina d'anni. |
pag.247 |
Discussioni critiche: |
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V. VALERIO, Cognizioni proiettive e prospettiva lineare nell'opera di Tolomeo e nella cultura tardo-ellenistica. |
pag.265 |
Recensioni |
pag.299 |
Schede |
pag.343 |
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