Democrito.
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Nato ad Abedera, Democrito
è la figura più rilevante dell'atomismo greco. Gli si attribuiscono
numerose opere di argomenti diversi, la più importante delle quali
portava il titolo di Piccola cosmologia. Di questi lavori -
raccolti, pare, in un corpus unico dall'erudito Trasilo, vissuto
alla corte di Tiberio verso la metà del I secolo d.C. - non restano
che pochi frammenti. Essi sono però sufficienti a darci un'idea dei
capisaldi della speculazione democritea.
Atomi e vuoto sono i due concetti fondamentali che sostengono tutta
la spiegazione democritea dell'universo fisico. Gli atomi (dal greco
a-tomos, "senza parti") rappresentano i costituenti primi (non
ulteriormente scomponibili) di tutta la realtà, non essendo i corpi
niente altro che aggregati di atomi. Eterni, intrasformabili, indivisibili,
impenetrabili, infiniti per numero e di svariatissime figure, gli
atomi differiscono anche per dimensioni e, prima di dare origine al
mondo attuale, erano sparsi nello spazio vuoto ed infinito. Essi sono
privi di ogni qualità sensibile che non sia la "grandezza" e la "forma
geometrica", ma, attraverso il contatto con gli organi di senso, producono
le diverse sensazioni (colori, suoni, odori, ecc.). Anche l'anima
è, secondo Democrito, un aggregato di atomi: atomi "psichici", di
natura ignea, sferici e particolarmente mobili.
Gli atomi, agitandosi e combinandosi nel vuoto originario, formano
l'intera realtà materiale, secondo rigide leggi meccaniche. Il moto
degli atomi è caratterizzato da urti ed improvvisi mutamenti di velocità
che danno luogo a una serie di vortici di diversi ampiezza. Da tali
vortici scaturiscono tutti i corpi e una serie innumerevole di mondi,
poiché, secondo Democrito, i mondi sono infiniti nel tempo e nello
spazio. L'atomismo democriteo ha una notevole importanza storica,
costituendo un modello rigorosamente meccanicistico e deterministico
di enorme suggestione lungo tutto il corso della storia della scienza
e della filosofia occidentale.
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