Justus Susterms,
Ritratto di Galileo Galilei Galleria degli Uffizi,
Firenze
Giuseppe Bezzuoli,
Galileo esegue l'esperimento della caduta
dei gravi Affresco, Tribuna di Galileo, Museo Zoologico "La Specola"
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Nato a Pisa il 15 febbraio
1564, insegnò filosofia naturale presso l'ateneo pisano. Successivamente
si trasferì presso lo Studio di Padova dove tenne la cattedra di Matematica
fino al 1610. Negli anni padovani compì studi ed esperimenti di meccanica,
ideò il termoscopio e costruì il compasso geometrico e militare. Nel
1609 mise a punto il primo cannocchiale, grazie al quale scoprì in
cielo novità straordinarie: dalle montagne della Luna alla congerie
di stelle che formano la Via Lattea, dalle fasi di Venere ai quattro
satelliti di Giove, che denominò pianeti medicei in onore della Casa
Regnante di Toscana. Dal 1612 venne intensificandosi l'opposizione
alle teorie cosmologiche di Galileo, che sosteneva, con Copernico,
la mobilità della Terra e la centralità del Sole nell'Universo. Particolarmente
agguerrita e minacciosa fu l'ostilità dei teologi alle teorie eliocentriche
sostenute da Galileo. Questi contrasti portarono all'incriminazione
di Galileo nel 1633 da parte del Tribunale dell'Inquisizione. Il processo
si concluse con la condanna e con l'abiura dello scienziato pisano.
Il contributo galileiano alla pneumatica verte essenzialmente sulla
determinazione dei limiti di operatività delle pompe aspiranti, da
lui fissata in 18 braccia (circa 11 metri). Galileo notò come al di
là di quella misura la colonna d'acqua sollevata si spezzava. Egli
attribuiva questo limite alla forza del vuoto. L'analisi galileiana
costituì la base da cui molti studiosi (soprattutto Berti, Magiotti,
Magni e lo stesso Torricelli) presero le mosse per giungere alla scoperta
della pressione atmosferica e della reale possibilità di produrre
il vuoto in natura. In tal senso, per quanto Galileo sia rimasto ben
lungi dal comprendere appieno il ruolo della pressione atmosferica
nei fenomeni pneumatici, le sue tesi costituirono uno stimolo fondamentale,
sia sul piano strettamente teorico che su quello metodologico, per
l'elaborazione dell'impianto concettuale della moderna "scienza del
vuoto".
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