Esperimento
di Gaspare Berti presso il Convento dei Minimi sul Pincio.
Gaspar Schott, Technica curiosa,
sive, Mirabilia artis, Würzburg 1664
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Nato a Montevarchi, studiò
a Firenze e, dopo aver preso i voti, si trasferì a Roma, al seguito
del cardinal Sacchetti. Nel 1636, cominciò a lavorare presso la Biblioteca
Vaticana. Allievo del Castelli a Roma, nel 1638 fu da questi segnalato
a Galileo come candidato per la cattedra di matematica a Pisa. Ben
inserito nell'ambiente culturale della città papale, Magiotti partecipò
attivamente al dibattito scientifico romano, su cui diede dettagliate
informazioni a Galileo, di cui era attivo corrispondente. Morì di
peste nel 1656. Durante la sua vita, Magiotti pubblicò un solo lavoro,
intitolato Renitenza dell'acqua alla compressione, uscito nel
1648. Il testo ha una certa rilevanza, rappresentando la prima attestazione
della virtuale incompressibilità - che Magiotti, sbagliando, afferma
essere assoluta - dell'acqua ad una temperatura costante, nonché della
espansione e contrazione di mezzi fluidi (acqua e aria) sottoposti
a cambiamenti di temperatura. Accanto alla descrizione di diversi
termometri, l'opera presenta anche una illustrazione dei ludioni o
"diavoletti cartesiani", la cui scoperta andrebbe dunque assegnata
allo studioso toscano. Magiotti svolse un ruolo notevole nell'ambito
dell'attività sperimentale che precedette e, in buona misura, preparò
le esperienze barometriche torricelliane. Egli assisté - dandone anche
delle accurate descrizioni in diverse missive - agli esperimenti con
sifoni condotti da Gasparo Berti attorno al 1640. In una lettera a
Mersenne del 1648, nel rievocare quella felice stagione sperimentale,
Magiotti rivela di aver informato Torricelli delle prove condotte
dal Berti, e, al tempo stesso, di aver suggerito l'impiego dell'acqua
marina, più pesante di quella comune allora in uso, dando così un
primo impulso alla successiva, decisiva adozione del mercurio negli
esperimenti barometrici.
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