Poco si sa intorno alle
sue vicende biografiche. Amico di Mersenne e corrispondente di Gassendi,
Le Tenneur soggiornò a Parigi fino al 1645 circa, trasferendosi poi
a Clermont-Ferrand, dove, pare, abbia ricoperto la carica di consigliere
presso il senato provinciale. Le Tenneur è autore di un volume, il
De motu naturaliter accelerato, pubblicato nel 1649, con il
quale si inserì nell'acceso dibattito suscitato in Francia dalle nuove
teorie dinamiche enunciate da Galileo. Contro il punto di vista dei
gesuiti Pierre Le Cazre e Honoré Fabri, che disconoscevano la validità
della tesi galileiana secondo cui gli spazi passati in tempi eguali
da un grave in caduta crescono come i numeri dispari, egli difese
le conclusioni dello scienziato pisano, dimostrando altresì - come
già aveva sostenuto Galileo - che l'accelerazione nel moto di caduta
è una funzione diretta del tempo e non dello spazio. Nel gennaio del
1648, Mersenne scrisse a Le Tenneur chiedendogli di compiere un esperimento
destinato a misurare la pressione atmosferica. Si trattava di portare
un barometro sulla sommità della montagna del Puy de Dome, onde rilevare
se il livello del mercurio avrebbe manifestato cambiamenti alla fine
dell'ascesa. L'esperienza non fu realizzata (sarà invece attuata da
Perier, per conto di Pascal, in quello stesso anno); in ogni caso,
Le Tenneur espresse l'errata convinzione teorica che il livello del
liquido nel tubo barometrico si sarebbe attestato, anche in altitudine,
sugli stessi valori registrati al livello del mare.
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