Marin Mersenne.
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Nativo di Oizé, nella provincia
francese del Maine, studiò al collegio gesuita di Le Fleche (lo stesso
frequentato da Cartesio). Dopo un biennio di teologia alla Sorbona,
entrò, nel 1611, nell'ordine religioso dei Minimi, e, dal 1619, si
stabilì nel convento parigino dell'Annunziata, in cui rimase - fatta
eccezione per alcuni brevi viaggi - fino alla morte, avvenuta nel
1648.
I contributi scientifici di Mersenne spaziano su un ampio fronte di
argomenti, estendendosi dall'esegesi biblica alla filosofia, dalla
meccanica alla teorica musicale e all'acustica, dalla geometria all'ottica,
dalla pneumatica alla linguistica. Al di là degli esiti specifici
di questa intensa attività di ricerca, Mersenne svolse un ruolo particolarmente
rilevante nell'organizzare la cultura europea del tempo. Tra coloro
che frequentarono la sua cella conventuale o che intrattennero una
fitta corrispondenza con lui troviamo, tra gli altri: Peiresc, Gassendi,
Descartes, Roberval, Beeckman, van Helmont, Fermat, Hobbes, Pascal,
Baliani. Il Minimo francese favorì le relazioni tra i dotti, mettendoli
in contatto e promuovendone il dibattito e la cooperazione scientifica.
Nelle vesti informali di segretario della repubblica delle lettere
dell'epoca, coltivò il progetto di costituire una accademia scientifica
europea.
Mersenne partecipò attivamente al dibattito sui problemi del vuoto,
soprattutto a partire dal viaggio in Italia effettuato nel 1644. In
quella occasione egli ebbe modo di assistere ad alcuni esperimenti
barometrici e di discutere con i principali esponenti del movimento
scientifico italiano, diffondendone, poi, in ambiente francese, le
acquisizioni.
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