Istituto e Museo di Storia della Scienza, Firenze, Italia

HORROR VACUI?
                      I protagonisti                   
Marin Mersenne (1588-1648) Isaac Newton (1642-1727) Blaise Pascal (1623-1662)


Isaac Newton.


Isaac Newton, Principia mathematica (1687),
frontespizio

Nato a Woolsthorpe, nella contea inglese del Lincolnshire, dopo aver frequentato le scuole superiori a Grantham, nel 1661 fu ammesso al Trinity College di Cambridge, dove iniziò gli studi matematici sotto la guida di Isaac Barrow. Conseguito nel 1665 il titolo accademico di baccelliere, in quello stesso anno, a causa di una pestilenza, fu costretto a far ritorno al paese natale. Qui, nel biennio 1665-1666, concentrandosi a fondo nelle ricerche già avviate, elaborò il nucleo fondamentale di tutte le sue più importanti, future scoperte matematiche e fisiche. Tornato a Cambridge nel 1667, due anni dopo assunse la cattedra di matematica che era già stata del suo maestro Barrow. Al 1672 risale la memoria, inviata alla Royal Society, sulla composizione della luce bianca. A partire dal 1679, approfondì gli studi di dinamica e cosmologia, che sfociarono poi nella stesura di una delle più grandi opere nella storia della scienza: i Philosophiae naturalis principia mathematica (Principi matematici della filosofia naturale), la cui prima edizione uscì nel 1687. Successivamente alla pubblicazione dei Principia, Newton partecipò attivamente alla vita pubblica, venendo eletto deputato al parlamento, e ricoprendo, quindi, la carica di direttore della zecca di Londra. Nominato membro delle maggiori accademie scientifiche europee, presidente della Royal Society (1703) e baronetto (1705), Newton divenne la personalità scientifica più influente d'Inghilterra. Morì nel 1727 e venne sepolto nell'abbazia di Westminster.
L'importanza dell'opera di Newton nella storia della scienza è capitale. I suoi studi sono fondamentali per la nascita dell'ottica moderna, del calcolo infinitesimale, della meccanica che, non a caso, viene detta "newtoniana", nonché della cosmologia.
Con la sua opera, Newton fu in grado di unificare, in una sintesi armonica ed omogenea, il mondo terrestre con quello celeste: egli dimostrò, infatti, che i corpi che cadono "naturalmente" sulla Terra e i moti dei corpi celesti obbediscono ad una sola grande legge: la legge di gravitazione universale.
Alla radice di questa prodigiosa sintesi stavano dei presupposti di carattere filosofico, attinenti ad una generale considerazione del tempo e dello spazio, qualificati entrambi come "assoluti". Il "tempo assoluto" era, secondo Newton, la "durata" indefinita entro cui si collocava la successione relativa degli eventi, mentre lo "spazio assoluto" costituiva, a sua volta, lo scenario che accoglieva il determinarsi di qualunque fenomeno fisico dell'universo. In tal senso, lo spazio veniva a connotarsi nei termini di un infinito contenitore tridimensionale vuoto che accoglieva ogni cosa. Uno spazio vuoto era, dunque, per Newton, non solo ammissibile, ma anzi assolutamente imprescindibile ai fini della costruzione della nuova fisica, rappresentando la "vacuità" la caratteristica saliente della nozione stessa di spazio.

 

 

 


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