Otto von Guericke.
Otto von Guericke, Experimenta Nova (ut vocantur) Magdeburgica
De Vacuo Spatio, Amsterdam 1672
Otto von Guericke, Experimenta Nova (ut vocantur) Magdeburgica
De Vacuo Spatio, Amsterdam 1672, frontespizio
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Discendente di una agiata
famiglia di Magdeburgo, studiò legge alle università di Lipsia (1617-1620),
Helmstedt (1620) e Jena (1621-1622), per poi recarsi a Leida, dove,
accanto agli studi giuridici, frequentò corsi di matematica e cominciò
ad occuparsi di problemi ingegneristici. Dopo aver ricoperto diverse
cariche pubbliche nella sua città natale, nel 1631, si spostò a Erfurt,
per lavorare come ingegnere per il governo svedese, passando, quindi,
nel 1635, al servizio dell'Elettore di Sassonia. Negli anni tra il
1646 e il 1676, tenne la carica di borgomastro di Magdeburgo. Nonostante
il suo tempo fosse largamente assorbito dalla vita pubblica e dai
relativi oneri, von Guericke continuò, comunque, ad occuparsi di scienza
sperimentale, e venne presto a conoscenza dei nuovi sviluppi del dibattito
fisico connessi alle innovative teorie cartesiane e agli esperimenti
barometrici di Torricelli. Allo scopo di mettere alla prova le tesi
"pleniste" (che negavano l'esistenza del vuoto) di Descartes, von
Guerické ideò e realizzò - pur tra molti insuccessi - diversi modelli
di pompe per produrre il vuoto. Negli stessi anni, si impegnò anche
a ripetere gli esperimenti barometrici e a studiare a fondo il problema
della pressione dell'aria.
E' nell'ambito di questi interessi che, nel 1657, von Guericke realizzò
il suo più famoso esperimento. Due semisfere di bronzo di circa 50
cm. di diametro perfettamente combacianti vennero unite l'una all'altra
dopo che, al loro interno, era stato prodotto il vuoto mediante una
pompa pneumatica. Incredibilmente, per separare le due componenti
occorreva la forza congiunta di due pariglie di 8 cavalli, che tiravano
in direzioni contrapposte. Il suggestivo esperimento, inizialmente
descritto nella Mechanica hydraulico-pneumatica di Gaspar Schott
(1657) e poi spettacolarmente ripetuto davanti alla corte berlinese
nel 1663, servì a confermare le scoperte torricelliane e ad evidenziare
i sorprendenti effetti della pressione atmosferica.
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