Istituto e Museo di Storia della Scienza, Firenze ITALIA

NUNCIUS
Annali di Storia della Scienza

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2000

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2000/2
Anno XV, 2000, fasc. 2

Letture Galileiane  

C. V. PALISCA, Vincenzo Galilei, scienziato sperimentale, mentore del figlio Galileo

pag.497

T. REGGE, Galileo e il principio di relatività

pag.515

Articoli

 

F. SARGOLINI, La critica di Vincenzo Galilei al misticismo numerico di Gioseffo Zarlino
La lunga controversia tra Gioseffo Zarlino, il più importante teorico musicale del Cinquecento, e Vincenzo Galilei, musicista pratico e padre del famoso scienziato Galileo, fa emergere elementi di metodologia musicale molto importanti. In particolare, il presente lavoro mostra che il superamento della metodologia aprioristica di Zarlino e della sua fiducia nella numerologia applicata ai fatti musicali può essere rintracciato, oltre che nel diverso grado di importanza attribuito alle parole (che porterà alla nascita del melodramma) e in altri aspetti prettamente contenutistici, in un nuovo modo di concepire i numeri, che segna il passaggio da un misticismo numerico e teorico (iniziato con l’approccio pitagorico) ad una metodologia empirica. Questa nuova modalità di intendere i numeri (come strumenti) viene esemplificata in due manoscritti di Vincenzo Galilei: il Discorso particolare intorno alle forme del Diapason e il Discorso particolare intorno all’Unisono, che, inoltre, avranno un ruolo fondamentale per i successivi esperimenti del figlio Galileo.

pag.519

S. DUPRE’, Mathematical instruments and the «Theory of the concave spherical mirror»: Galileo’s optics beyond art and science
L’articolo, nel quale vengono presi in esame gli studi di ottica di Galileo precedenti all’utilizzazione del cannocchiale, cercherà di dimostrare come l’anacronistica distinzione tra arte e scienza abbia oscurato il reale significato dell’ottica galileiana. L’attenzione è concentrata in maniera particolare su di un documento poco conosciuto contenuto nel MS Gal. 83, «Teorica speculi concavi sphaerici», che è sempre risultato di difficile interpretazione, perché le sue relazioni con le reali tradizioni di ricerca in cui si è mossa l’opera galileiana non sono mai state ben comprese.

pag.551 

T. CERBU – M.P. LERNER, La disgrâce de Galilée dans les Apes Urbanae : sur la fabrique du texte de Leone Allacci
Il manoscritto delle Apes Urbanae di Allacci mostra come il riserbo del suo articolo su Galileo possa essere direttamente attribuito alla decisione presa da Urbano VIII nel giugno 1633 di mettere al bando il Dialogo sopra i massimi sistemi del mondo e di imporre l’abiura a Galileo. L’articolo ebbe due prime versioni. La prima citava un generoso encomio tributato a Galileo da Maffeo Barberini, ancora cardinale, mentre la seconda presentava una citazione completa del Dialogo, elementi che vennero entrambi successivamente rimossi. Nonostante questa censura, l’articolo contiene informazioni che Allacci può aver ottenuto solo da fonti vicine a Galileo.

pag. 589

F. CAMEROTA, Architecture and science in Baroque Rome. The mathematical ornaments of Villa Pamphilj
Nell’opera di Francesco Borromini il progetto per villa Pampilij rappresenta uno dei lavori più controversi dal punto di attributivo. Mentre i disegni sembrano manifestare con sufficiente chiarezza i tratti inconfondibili della mano del maestro, il singolare programma scientifico concepito per fare dell’edificio «uno studio di matematica pratica» rivela un aspetto della personalità dell’architetto ancora irrisolto nei giudizi della critica. Il programma, che propone raffinate applicazioni ottiche, catottriche, diottriche, gnomoniche, astronomiche, acustiche e magnetiche, è generalmente considerato come una singolare espressione dell’ingegno borrominiano coadiuvata dalle conoscenze scientifiche di Virgilio Spada, l’amico e collaboratore di Borromini tra le cui carte si conservano i disegni e gli scritti in questione. A differenza dei disegni, tuttavia, attentamente esaminati dagli studiosi allo scopo di certificarne l’attribuzione, il programma scientifico non è mai stato sottoposto ad alcuna lettura critica. Il presente studio intende provvedere a questa mancanza attraverso l’esame di un nuovo documento recentemente ritrovato – la versione originale in latino del programma scientifico – che permette di individuare un terzo autore nel progetto per Villa Pamphilj a cui si deve l’invenzione degli «ornamenti matematici»: il padre Minimo Emmanuel Maignan.

pag. 611

D. KNIGHT, Genesis & geology : a very English compromise
William Buckland vines una medaglia della Royal Society nel 1822 per una serie di ricerche che sembravano dimostrare la realtà del Diluvio universale. Nel 1830 il suo allievo Charles Lyell iniziò la pubblicazione del suo Principles of Geology, nel quale la Bibbia e la scala temporale in essa proposta venivano ad assumere un ruolo irrilevante. Nel Bridgewater Treatise del 1837 Buckland dimostrò di aver cambiato idea, pur senza venire meno al suo progetto ideale. Egli reinterpretò la genesi attraverso un compromesso che resistette per due secoli, fino alla pubblicazione de The Origin of Species del 1859. La «victor’s history» scritta da T.H. Huxley ed i suoi alleati ha in seguito reso difficile comprendere la posizione di Buckland, un ecclesiastico che insegnava la scienza in una università clericale e che aveva contemporaneamente fiducia sia nella Bibbia che nelle prove geologiche. Uno studio del contesto nel quale egli operò riveste perciò un sicuro interesse dal punto di vista storico.

pag. 639 

Strumentaria

 

S. ZANIERI, Un gioco ottico di Ludovico Buti al Museo di Storia della Scienza di Firenze
Le carte d’archivio della guardaroba medicea ci informano del pagamento di un gioco ottico eseguito dal pittore Ludovico Buti nel febbraio del 1953. la descrizione dettagliata dello strumento scientifico corrisponde esattamente al gioco ottico oggi conservato al Museo di Storia della Scienza di Firenze. Fu perciò Ludovico Buti a realizzare lo strumento scientifico e non padre François Niceron, come era stato ipotizzato in passato. Tale affermazione è confermata dal fatto che padre Niceron non poteva certamente essere l’inventore del gioco essendo nato due anni dopo la morte di Ludovico Buti. Lo strumento permette di vedere contemporaneamente i ritratti del Duca di Lorena e quello della figlia Cristina grazie all’uso di uno specchio e di trentasette stecche prismatiche dove sono dipinti i due volti. Ludovico Buti realizzò l’oggetto per il Granduca Ferdinando I de’ Medici seguendo probabilmente le istruzioni fornite dal frate cartografo Egnazio Danti nei suoi commenti all’opera del Vignola.

pag.665

I. CHINNICI, 19th Century spectroscopic instruments in Italian astronomical observatories

Questo paper esamina l’attività di ricerca condotta in Italia nella seconda metà del XIX secolo nel campo della nascente astrofisica, soffermandosi sugli strumenti allora utilizzati dai principali esponenti di questa disciplina e sui costruttori italiani di strumenti spettroscopici. Si tenta quindi di dare una spiegazione della debolezza dell’industria italiana di questo settore che si inquadra nella crisi generale del settore degli strumenti scientifici nel XIX secolo in Italia.

pag.671 
Per un Archivio della Corrispondenza degli scienziati italiani  

L. CARBONE, R. GATTO, F. PALLADINO, Il carteggio Amodeo
Federico Amodeo (1859-1946) fu un matematico e uno storico delle scienze matematiche. Quale matematico fu libero docente dell’Università di Napoli. I suoi interessi andarono dalla Geometria proiettiva a quella algebrica e la sua attività di ricerca si svolse sostanzialmente dalla metà degli anni Ottanta alla fine del XIX secolo. In qualità di storico egli fu attivo dai primi anni del XX secolo fino alla morte. Si interessò non solo alle vicende relative alla matematica, ai matematici e alle istituzioni nel Regno di Napoli (poi Regno delle due Sicilie dal 1815) dalla seconda metà del Seicento all’Unità d’Italia, ma anche allo sviluppo storico della Geometria descrittiva e proiettiva e alla storia delle curve coniche. Tenne l’incarico di Storia delle Matematiche all’Università di Napoli, dal 1905 al 1910, anno della soppressione dell’incarico stesso. Continuò però tale insegnamento, come libero docente, fino al 1923.
Qui si presenta l’elenco dei più di 1300 scritti, costituenti il suo Carteggio, tra i quali assumono particolare rilievo le lettere di Castelnuovo, Pascal, Peano, Segre e Achille Sannia. Si presenta poi anche l’elenco completo delle sue pubblicazioni, ricostruito grazie alla consultazione di elenchi parziali a stampa e di un registro manoscritto.

pag.681

F. DE FINETTI, Alcune lettere giovanili di B. de Finetti alla madre
Nel presente articolo sono esaminate sei lettere di B. de Finetti a sua madre scritte nell’arco dei quattro anni a cavallo della laurea.

pag.721
Istituzioni e fonti  

M. CIARDI, Concorsi e premi all’Accademia delle Scienze di Torino: programmi di ricerca e strategie di politica scientifica
I concorsi costituivano uno dei principali strumenti utilizzati dalle Accademie per stimolare l’attività degli scienziati sia nell’ambito della scienza pura che di quella applicata, basti pensare ai vari concorsi settecenteschi relativi all’astronomia, alla matematica, all’elettrologia o alla tecnologia chimica. Nell’articolo vengono presi in esame due casi specifici concernenti la storia dell’Accademia delle Scienze di Torino durante l’età del Risorgimento.

pag.741
Recensioni pag.751
Schede pag.797
The IMSS bookshelf  pag.811
Indici (Anno XV, 2000) pag.821
inizio pagina  


2000/1
Anno XV, 2000, fasc. 1

Articoli  

F.GIUDICE, La tradizione del mezzo e la nuova teoria della luce di Leonhard Euler
L'oggetto del presente studio è l'ottica fisica di Leonhard Euler, così come viene formulata nella Nova theoria lucis et colorum del 1746. Questa scelta nasce da due tipi di considerazione: 1) la Nova theoria costituisce senza alcun dubbio le teoria del mezzo più comprensiva e sistematica del XVIII secolo; 2) essa contiene le linee fondamentali della concezione della luce di Euler, dalle quali anche in seguito non si è mai più discostato. Allo scopo di valutare in una prospettiva storica più precisa il ruolo di Euler nell'ambito della tradizione del mezzo, vengono analizzate le opere dei principali rappresentanti di tale tradizione:Huygens, Malebranche e Johann II Bernoulli. Sebbene questo autori tentino di elaborare una toeria della luce alternativa alla concezione emissionistica, tuttavia in essi la relazione fra la tradizione del mezzo e quella dell'emissione non viene mai percepita in termini di antitesi. da questa punto di vista, la Nova theoria rappresenta una vera e propria rottura: Euler infatti è pienamente consapevole dell'antitesi fra le due tradizioni, le mette a confronto, confuta le argomentazioni newtoniane in favore della teoria dell'emanazione e prospetta una teoria alternativa, che è, di fatto, la prima e più significativa antagonista del modello emissionisitico. Il saggio prende in esame le questioni centrali della teoria della luce di Euler, ossia il modo in cui si generano e si propagano gli impulsi, la natura dei raggi di luce e la relazione che lega la distanza fra gli impulsi, la frequenza e la velocità.

pag.3

S. LINGUERRI, La Società Italiana per il Progesso delle Scienze
L'articolo esamina l'attività istituzionale della Società Italiana per il Progresso delle Scienze dal momento della sua ricostituzione fino agli anni Trenta circa.  L'obbiettivo è quello di illustrare il ruolo cruciale del suo fondatore, Vito Volterra,  nel caratterizzare l'attività della Società, e di delineare le fasi di passaggio interno della Società in relazione ai temi cosmopolitismo/nazionalismo della scienza, ricerca pura/applicata sia nel primo periodo, sia nel periodo post-bellico.

pag.51

L. ANDREOZZI, Vito Volterra organizzatore scientifico e la nascita della biologia matematica in Italia
Negli ultimi decenni è stato pubblicato un discreto numero di lavori dedicati alla produzione biomatematica di Volterra. Concentrati prevalentemente sulle opere di Volterra pubblicate a partire dal 1926, questi lavori hanno solitamente trascurato l'attività del Volterra organizzatore scientifico nel settore degli studi oceanografici negli anni che vanno dal 1901 - anno della sua celebre prolusione sui tentativi di applicazione della matematica alle scienze biologiche e sociali - al 1925 - anno delle sue « conversazioni» con il futuro genero Unberto d'Ancona. Il presente lavoro intende colmare questa lacuna, ricostruendo le vicende che portarono Volterra a collaborare col mondo dei biologi italiani (tra cui Giovan Battista grassi, Luigi de Marchi e Gustavo Brunelli) nei decenni che precedettero il suo incontro con D'Ancona, in veste di fondatore e vicepresidente del Comitato Talassografico Italiano (1909). L'interesse di questa ricostruzione è in larga misura dovuto al fatto che essa aiuta a spiegare il carattere quasi esclusivamente    pratico dei primi contributi di Volterra ( la prevenzione delle epidemie, il controllo dell'industria della pesca e così via), rispetto alle tematiche più chiaramente teoretiche, verso le quali Volterra mostrerà un certo interesse solo negli ultimi anni della sua vita.

pag.79

F. TURCO - L. CERRUTI, Charles J. Pedersen e le origini della chimica supramolecolare
Il saggio è diviso in tre parti. Nella prima sono tratteggiate la biografia di C.J. Pedersen e le sue ricerche presso i laboratori della Du Pont; la scoperta degli eteri corona; l'eco immediata in settori particolari della comunità chimica. Si sottolinea come la politica brevettuale della Du Pont abbia ritardato di anni la pubblicazione degli importanti risultati di Pedersen. Nella seconda parte è descritto il diverso percorso di ricerca seguito da  J.M.Lehn e D.J. Cramm per definire e ampliare il nuovo campo di indagine. Infine viene fatta un'analisi dei discorsi di accettazione del premio Nobel dei tre Autori citati, da cui emergono le intenzioni di ricerca, gli stili di scrittura, la consapevolezza epistemologica. Oltre al racconto delle origini della chimica supramolecolare, i principali risultati del saggio sono: (a) l'effetto cooperativo di ricerche sperimentali  molto diverse anche nella chimica contemporanea, così specializzata, (b) un'ulteriore conferma della divergenza fra ricostruzione autobiografica del passato e documentazione storica; (c) la praticabilità della ricerca storica su eventi e processi disciplinari  recenti; (d) l'utilità di fonti reperite sulla Rete.

pag.111
Strumentaria  

A. LUALDI, Repertorio dei costruttori italiani di strumenti scientifici
E'stato condotto un censimento dei nomi di costruttori italiani di strumenti scientifici operanti fra il XVI ed il XVIII secolo. La raccolta dei dati è avvenuta attraverso un esame degli strumenti presenti nella quasi totalità delle raccolte pubbliche mondiali  ed in alcune fra le maggiori collezioni private. Per ogni costruttore si sono forniti dati sul periodo di attività, sugli strumenti prodotti, sulle collezioni ove sono custoditi gli oggetti e le relative indicazioni bibliografiche.
Il presente lavoro, per la sua stessa natura lacunoso e passibile di numerose integrazioni ed aggiunte, deve essere considerato come work in progress; a breve termine verrà riversato su supporto elettronico per permettere aggiunte e correzioni che saranno da apportare con il proseguire delle ricerche.

pag. 169

N. SCIANNA, Indagine sui grandi globi a stampa di Vincenzo Coronelli 
Seconda Parte: il globo celeste
In queta seconda parte dell'indagine sui globi da tre piedi e mezzo sono analizzati i globi celesti. L'esame è stato eseguito direttamente su 31 esemplari e tramite la risposta ai questionari per altri 9, oltre alle due edizioni del Libro dei Globi. Si è constatato che i quattro cartigli, presi come metodo di comparazione, sono in vari stati e condizioni a seconda delle edizioni. Queste sono risultate essere cinque per il globo convesso e due per il globo concavo.

L'indagine ha permesso di conoscere una tipologia di globi celesti finora ignota che si è concluso appartenere  alla prima edizione eseguita a Venezia, di questo tipo esistono solo due esemplari: uno al Centro Studi Ricerche Ligabue di Venezia e l'altro all'Harry Ransom Humanities Research Center della University of Texas at Austin.

pag. 235
Per un Archivio della Corrispondenza degli Scienziati Italiani  

A. MESCHIARI, Corrispondenza di Giovanni Battista Amici con Giovanni Plana
Si pubblica qui il carteggio fra Giovanni Battista Amici e l'astronomo di Torino Giovanni Plana (36 lettere complessivamente) conservato nel  «Fondo Amici» e nell'«Autografoteca Campori» della Biblioteca Estense di Modena.

pag.259
Istituzioni e fonti  

I. IANNACONE, Documents relatifs à l'histoire de l'astronomie chinoise et aux rapports scientifiques entre l'Europe et la Chine (XVIIE - XIXE siècles) conservés à la Bibliotèque de l'observatoire de Paris - Première Partie - 
Nella biblioteca dell' Osservatorio Astronomico di Parigi sono conservati numerosi documenti d'epoca, relativi ai rapporti scientifici Europa-Cina tra i secoli XVII-XIX: tra essi, corrispondenze, carte, poere, note e osservazioni astronomiche di scienziati gesuiti missionari in Cina, quali A. Gaubil (1689-1759), F. Verbiest (1623-1688), I. Koegler (1680-1746), ecc., traduzioni di testi cinesi, tra cui spicca una copia sei-settecentesca del Bu Tian Ge (Poesie sui movimenti del cielo, circa 590 d.C.) tradotta e commentata da A. Gaubil. L'interesse dei documenti investe non soltanto il campo astronomico, ma anche quelli geografico, antropologico, linguistico, di costume, ecc., ed essi sono indispensabili per lo studio comparato dell'evoluzione scientifica in Europa e in Cina, e per la conoscenza storica in generale.

L'articolo si prefigge di recuperare, analizzare, mettere in valore e presentare in modo sistematico questo patrimonio di documenti.

pag.325

G. SCALVA, Un medico alla corte di Carlo Emanuele III: Vitaliano Donati e il suo viaggio in Levante (1759-1762)
Medico e naturalista padovano, Viataliano Donati, dopo aver svolto la sua opera in Italia e nei paesi balcanici a fianco dei maggiori scienziati italiani della metà del Settecento, in campo archeologico e naturalistico, ponendo le basi della nuova «mappa geographica», che sarà oggetto degli studi di Linneo, fu chiamato, nel 1751,ad insegnare Botanica all'Università di Torino.
Il professor Donati, durante la sua permanenza nei territori dello Stato sabaudo, fu coinvolto in attvità di ricerca in campo botanico, mineralogico, geologico, e compì osservazioni sul clima, sui terremoti e sui giacimenti minerari piemontesi, finalizzati alla conoscenza delle risorse locali e delle loro possibilità di sfruttamento.
Per volere del sovrano Carlo Emanuele III di Savoia, nel 1759 fu a capo di una missione scientifica e commerciale in Egitto e nelle Indie Orientali. Questa spedizione ebbe il duplice scopo di raccogliere campioni per un Museo  e per l'Orto Botanico, e di osservare, nei paesi visitati, i processi di estrazione dei minerali, di coltivazione agricola, di allevamento del bestiame. Il viaggio iniziato a Venezia nel giugno del 1759, tra cmplesse vicende e intrighi diplomatici in territorio egiziano, terminò nel febbraio del 1762, con la morte di Donati su una nave turca, lungo la costa indiana al largo di Mangalore.
L'articolo, che anticipa la trascrizione completa del carteggio intorno al «Viaggio in Levante», è completato con il testo della Memoria Istruttiva, che il re consegnò con l'incarico a Vitaliano Donati e che riassume gli scopi scientifici  e politici di questa sfortunata impresa.

pag.365 
Discussioni critiche  

P.GOVONI, Biography: A critical tool to bridge the History of Science and the History of Women in science
Report on a conference at Newham College, Cambridge, 10-12 September 1999

pag.399
Nova Media  
M.BERETTA, Panopticon Lavoisier: Base de données et histoire documentaire de la Révolution chimique pag.411
Recensioni pag.427
Schede pag.461
The IMSS bookshelf  pag.481
Indici (Anno XV, 2000) pag.489

 
 

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Elena Montali: elena@imss.fi.it

Ultimo aggiornamento 04-feb-2003