Il sistema del
mondo aristotelico.
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La filosofia naturale fu
dominata per quasi due millenni dalle idee di Aristotele,
successivamente reinterpretate dalla Scolastica al fine di renderle
compatibili con i dogmi della fede cristiana.
Nella Fisica, Aristotele sostenne che affermare l'esistenza
del vuoto - come aveva fatto Democrito -
rappresentava un'infrazione del principio di non contraddizione. Per
Aristotele uno spazio privo di oggetti (cioè vuoto) non corrisponde
affatto al niente, ma ha una propria permanente esistenza.
Né il vuoto per Aristotele può essere preso in considerazione in quanto
ente immateriale, dato che la filosofia naturale ha come oggetto solo
l'essere in quanto essere. Aristotele, pur concependo, d'altra parte,
l'universo come finito, negò tuttavia risolutamente che oltre i confini
del mondo vi fosse il vuoto.
Il filosofo greco considerava inoltre il mondo sublunare composto
da quattro elementi (fuoco, aria, terra e acqua) e sosteneva che a
ognuno di essi corrispondeva un luogo naturale, dal quale potevano
essere spostati solo per violenza. Nel loro luogo naturale gli elementi
non avevano peso. L'aria, dunque, per il filosofo greco e per i suoi
innumerevoli seguaci non pesava, né esercitava pressione.
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